giovedì 26 novembre 2015

WEEKEND ALL'INSEGNA DELL'OLIO BUONO CON LA FATTORIA PETRINI

L'appuntamento con l'olio nuovo si sta avvicinando...



Francesca Petrini nei suoi uliveti

SFATIAMO QUALCHE LUOGO COMUNE SULL'OLIO D'OLIVA...




In 20 anni i disastri provocati dal clima hanno fatto oltre 600.000 vittime

Mercoledì 25 Novembre 2015 14:00

L’Ufficio dell’ONU per la riduzione dei rischi da disastri correlati ai cambiamenti climatici ha messo in evidenza l’impatto di alluvioni, eventi meteorologici estremi, ondate di calore, siccità, in termini di perdite sia economiche che di vite umane, e a rischiare di più sono soprattutto i bambini, come ha osservato un altro Rapporto dell’UNICEF.



"Negli ultimi 20 anni, Stati Uniti, Cina e India sono stati i Paesi più colpiti dai disastri provocati dai cambiamenti climatici".
Ad affermarlo è il Rapporto "The Human Cost of Weather Related Disasters" (Il costo umano dei disastri causati dal clima) effettuato dall'UNISDR (United Nations Office for Disaster Risk Reduction) e dal CRED (Centre for Research on the Epidemiology of Disasters) e rilasciato ad una settimana dall'inizio della Conferenza delle Parti (COP21) di Parigi.
Il tempo e il clima sono i principali fattori del rischio di calamità - ha dichiarato Margareta Wahlström, Presidente UNISDR nel corso della presentazione del Rapporto - Questo studio dimostra che i Paesi stanno pagando un caro prezzo in termini di vite umane. Non solo, le conseguenti perdite economiche sono tra le maggiori sfide per lo sviluppo di molti Paesi poveri che lottano contro povertà e cambiamenti climatici”.
Lo studio ha preso in esame i dati di 6.457 calamità avvenute tra il 1995 e il 2015, da cui emerge che in questo arco di tempo i danni maggiori (il 90%) sono stati provocati da alluvioni, tempeste, ondate di caldo e siccità e che gli eventi più frequenti si sono registrati negli Stati Uniti (472 casi), Cina (441), India (288), Filippine (274) e Indonesia (163).
I disastri naturali riconducibili agli effetti dei cambiamenti climatici hanno provocato nel ventennio esaminato la morte di 606 mila persone - una media di 30 mila l’anno - e ne hanno afflitto altre 4,1 miliardi, tra ferite, senza tetto o ridotte in stato di indigenza.
I bambini, come ha testimoniato un altro Rapporto pubblicato qualche giorno prima dall'UNICEF ("Unless We Act Now"), sono i più esposti ai rischi dei cambiamenti climatici, con ben 690 milioni di loro, su un totale di 2,3 miliardi, che vivono in aree “flagellate da inondazioni e tempeste tropicali”.
Tra le calamità naturali, le alluvioni sono state le più frequenti (il 47% del totale) e hanno interessato 2,3 miliardi di persone, la maggior parte delle quali (95%) vive in Asia.
Se si guarda alla totalità dei dati, dallo studio emerge che tra il 2005 e il 2014 si sono registrati una media di 335 eventi disastrosi ogni anno, con un aumento del 14% rispetto al decennio precedente (1995-2004), e del doppio rispetto al periodo 1985-1994. Per quanto riguarda la percentuale di popolazione colpita, il picco maggiore si è avuto nel 2002, quando 300 milioni di persone in India hanno sofferto per la siccità e altri 100 milioni in Cina per le tempeste di sabbia.
Rispetto alla media annuale di 34 mila decessi, il 2008 è stato l’anno peggiore, a causa del ciclone Nargis che nel solo Myanmar ha provocato 138 mila vittime.
Nel rapporto si sottolinea, inoltre, che sussistono delle lacune nei dati, osservando che le perdite economiche da disastri correlati al clima sono molto più elevate rispetto al valore registrato di 1.891miliardi di dollari, rappresentando solo il 71% di tutte le perdite attribuibili ai rischi naturali nel periodo esaminato, dal momento che non tutti i dati registrati contengono informazioni sulle perdite economiche che, secondo l'UNISDR, le  perdite reali - compresi terremoti e tsunami - oscillano tra i 250 miliardi - 300 miliardi di dollari l'anno.


"I cambiamenti climatici, la variabilità del clima e gli eventi meteorologici estremi sono una minaccia per il raggiungimento dell'obiettivo globale di eliminare la povertà, uno degli Obiettivi di di Sviluppo Sostenibile - ha affermato a sua volta, il Professor Debarati Guha-Sapir, a capo del CRED - Abbiamo bisogno di ridurre le emissioni di gas serra e affrontare altre fattori di rischio come lo sviluppo non pianificato urbano, il degrado ambientale e le lacune negli allerta preventivi. Tutto questo richiede di assicurarci che le persone siano informate sui rischi e che le istituzioni che gestiscono il rischio da catastrofi siano rafforzate".

mercoledì 25 novembre 2015

DAL LIBRO "CNA STORIE"

Dalle Marche all’Expo l’inventrice dell’olio d’oliva che aiuta a prevenire l’osteoporosi
Libro CNA Storie


L’olio d’oliva non come semplice condimento, ma come veicolo di sostanze utili all’organismo, in particolare vitamine che aiutano a prevenire malattie come l’osteoporosi. E’ l’intuizione vincente - e brevettata a livello europeo – di Francesca Petrini, 44 anni, titolare insieme al fratello Cristiano della “Fattoria Petrini”, un’azienda agricola marchigiana specializzata nella produzione di olio d’oliva e derivati. Un’intuizione che ha fatto sì che la Petrini vincesse il premio ITWIIN 2014 come migliore inventrice dell’anno e soprattutto venisse scelta come testimonial per la Regione Marche, all'interno del Padiglione Italia di Expo Milano 2015, quella che sarà la vetrina delle eccellenze italiane.
Una laurea in Economia, un master in olivocoltura e una “vita devota al lavoro”, quella di Francesca, che già durante l’università inizia a lavorare nell’azienda di famiglia, trasformata dal padre Leonida, nel 1989, nella “Fattoria Petrini”, con l’intuizione – dono di famiglia – di convertire già allora l’intero uliveto in biologico.
Settemila ulivi, per una produzione media di 300-400 quintali di olio, (grazie anche alla produzione locale): sottaceti, olio, paté, una linea cosmetica all’olio d’oliva, ma soprattutto il “Petrini plus”, l’olio arricchito con vitamine D3, K1 e B6, testato scientificamente e clinicamente. 

“L’idea mi è venuta in Giappone – racconta Francesca – osservando la popolazione anziana e il loro stile di vita. Mi sono accorta che erano carenti di un minerale come il calcio e che lo assumevano attraverso molti integratori alimentari. Anche noi europei, soprattutto le donne, alla luce dell’aumento dell’età media, ne siamo carenti e allora mi sono detta: cosa meglio di un alimento che usiamo quotidianamente come l’olio d’oliva, apprezzato in tutto il mondo, può diventare veicolo di sostanze da assumere quotidianamente come il calcio? Dovevo trovare un sistema che legasse le due cose – continua la Petrini – e la mia idea entusiasmò il compianto professor Mario Marchetti, direttore dell’Istituto di Vitaminologia dell’allora Dipartimento di Biochimica dell’Università di Bologna. ‘Bell’idea’, mi disse, spiegandomi che l’olio d’oliva accetta le vitamine K e D, entrambe liposolubili, mentre la B venne adattata, e fu così che nacque il Petrini Plus”.
“Sono stati condotti diversi studi scientifici pilota su gruppi di donne in menopausa, che hanno dimostrato l’efficacia del prodotto nel migliorare la densità ossea riducendo la presenza dell’osteocalcina sottocarbossilata nel sangue – spiega la Petrini - una delle sostanze maggiormente responsabili per l’appunto della riduzione della densità ossea. E’ stata inoltre dimostrata una fluidificazione delle membrane piastriniche, indicativa di una migliore funzionalità di queste cellule, strettamente correlata alla prevenzione di attacchi trombotici. Insomma possiamo dire che il nostro olio è un efficace supplemento anche nella prevenzione delle malattie cardiovascolari”.
“Per me è stata una grande vittoria, perché la ricerca è stata sostenuta interamente a nostre spese e l’invenzione è diventata un brevetto a livello europeo. E se si considera che a farlo è stata una piccola impresa, l’orgoglio e la soddisfazione sono ancora più grandi. L’olio d’oliva italiano è apprezzato in tutto il mondo – conclude Francesca - ma alla luce dei cambiamenti climatici diventa sempre più difficile fare questo lavoro. Servirebbe una revisione del piano olivicolo nazionale, eliminare tutti quei lacci burocratici che appesantiscono il settore, poter piantare più ulivi, anche perché, non dimentichiamolo, il valore aggiunto di questo settore è la salvaguardia del patrimonio ambientale”. 

E' ARRIVATO L'OLIO NUOVO...CI VEDIAMO IL 28 E 29 NOVEMBRE !!





domenica 22 novembre 2015

FRANTOI APERTI : 28 e 29 NOVEMBRE



Olio di palma cancerogeno arriva sul mercato europeo



Secondo una segnalazione de Il Fatto Alimentare al ministero della Salute, in vendita per l'Unione europea vi potrebbero essere prodotti contenenti olio di palma contaminato con il colorante Sudan IV

Dopo la segnalazione inviata da Ilfattoalimentare.it al Ministero della salute sulla vendita in Italia di olio di palma vergine contaminato da un colorante cancerogeno e genotossico (Sudan IV), il sistema di allerta (RASFF) ha allertato le autorità sanitarie regionali invitandole a fare accertamenti per ritirare i prodotti interessati. L’allarme è alto perché c’è un precedente simile: nel 2003-4 centinaia di prodotti italiani sono stati ritirati perché contaminati dal Sudan I, un colorante simile a questo.
Secondo le informazioni rese note da Bruxelles, si tratterebbe di olio di palma proveniente dal Ghana importato dall’Olanda. I paesi interessati sono 10 (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Ghana, Irlanda, Olanda e Spagna) e i valori di contaminante oscillano da 596 a 1210 µg/kg – ppb.
Il caso è scoppiato quasi un mese fa, il 21 ottobre 2015, quando la Food and Drugs Authority del Ghana ha invitato i consumatori a non utilizzare l’olio di palma, dopo che le analisi condotte dall’Autorità per la sicurezza alimentare su 50 campioni venduti nei maggiori mercati della regione della capitale Accra hanno rilevato la presenza, nel 98% dei casi, del colorante genotossico e potenzialmente cancerogeno Sudan IV, di solito usato per dare una certa tonalità rossastra a solventi, cere, oli e lucido per scarpe.
Il problema coinvolge anche l’Europa e l’Italia, perché confezioni di olio di palma rosso sono esportate e vendute via internet e nei negozi etnici. In Gran Bretagna, ad aprile, è stato ritirato dal commercio un olio di palma senza etichetta del Ghana venduto da Kemtoy Miyan Cash & Carry. A luglio la stessa sorte ha interessato un altro lotto proveniente dal Ghana marchiato Zdomi, commercializzato da Fovitor International, per la presenza di Sudan IV. Un’inchiesta avviata dalle autorità del Ghana sul Fovitor Zdomi Palm Oil ha scoperto che il fornitore, Miva Lifeline Limited, non aveva chiesto l’autorizzazione per esportare nell’UE , dove è richiesta l’assenza del Sudan IV.
Su internet sono acquistabili diverse marche di prodotti con olio di palma: pochi giorni fa c’è stato un altro caso. Il 30 ottobre, il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) ha segnalato in Francia , la vendita di olio di palma del Ghana proveniente dall’Olanda, con il colorante Sudan IV. Il Fatto Alimentare ha segnalato al Ministero della salute, Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, la presenza di diverse marche di olio di palma proveniente dal Ghana, acquistabili da siti internet in lingua italiana, chiedendo in via precauzionale vengano la sospensione delle importazioni di olio di palma dal Ghana. L’invito a non utilizzarlo dovrebbe essere rivolto anche a industrie, ristoratori e consumatori sino a che non saranno disponibili i risultati delle analisi di questi prodotti, per verificare l’eventuale presenza del colorante Sudan IV.
di C. S.
pubblicato il 17 novembre 2015 in Tracce > Salute

lunedì 16 novembre 2015

Gli oli di semi sono insalubri per friggere, meglio l'olio d'oliva

Fonte :   Anno 13 | 16 Novembre 2015 | redazione@teatronaturale.it


Gli oli di semi sono insalubri per friggere, meglio l'olio d'oliva
Sotto accusa sarebbero gli omega 6, ovvero gli acidi grassi polinsaturi. Dopo cotture ad alta temperatura con oli di semi i cibi conterrebbero quantità eccessive di aldeidi, composti chimici che sono stati associati a varie forme di cancro e a malattie neurodegenerative come l'Alzheimer. Meglio l'olio d'oliva
Sia gli acidi grassi omega 3 sia quelli omega 6 sono utilissimi al nostro organismo. L'acido linoleico, un acido grasso omega 6, è considerato addirittura essenziale, ovvero non producibile dal nostro corpo a partire da altri composti.
Negli ultimi 150 anni, tuttavia, l'apporto di omega 6 è aumentato, mentre quello degli omega 3 è parallelamente diminuito, con l'aumento di malattie cardiache. E' infatti noto che solo un corretto rapporto di queste due categorie di acidi grassi è utile.

Che cosa succede quando si consumano troppi oli vegetali? Come ha spiegato il professore di neuroscienze, John Stein, dell’università di Oxford: “Gli acidi grassi Omega 6, presente in grande quantità negli oli vegetali, spingono fuori gli Omega 3, benefici per il cervello; per cui l’assunzione eccessiva e giornaliera di tali sostanze provoca danni cerebrali, come ad esempio la dislessia”.
Oltre a questo occorre anche considerare come questi composti vengono assunti. La frittura, per esempio, non sarebbe adatta agli acidi grassi polinsaturi, quindi gli oli di semi, che naturalmente contengono alte percentuali di questi tipi di acidi grassi non dovrebbero essere utilizzate per cotture ad alta temperatura.
La ragione è spiegata da uno studio britannico, pubblicato sul Daily Telegraph.
Gli oli di mais, girasole, palma e soia rilasciano aldeidi, composti chimici che sono stati associati a varie forme di cancro e a malattie neurodegenerative come l'Alzheimer.
Secondo Martin Grootveld, professore di chimica bioanalitica alla De Montfort University di Leicester, un piatto di fish and chips fritto in olio di semi contiene dalle 100 alle 200 volte più aldeidi della dose giornaliera raccomandata dall'Organizzazione mondiale della sanità.
Gli oli di semi, nelle conclusioni dei ricercatori, sono correlati con malattie cardiache, cancro, infiammazioni, ipertensione e problemi mentali. Per contro, sono numerose le prove che una dieta ricca di olio di oliva abbia ricadute positive sulla salute.

di C. S.
pubblicato il 09 novembre 2015 in Tracce > Salute

mercoledì 4 novembre 2015


I TESTIMONIAL DELLE MARCHE


Comunicato Stampa Regione Marche

Bilancio sulla partecipazione a ExpoMilano 2015. Ceriscioli: “Sfida vinta dal Paese. Marche si sentono parte di questo successo"



“Un bilancio positivo per il Paese, una sfida vinta dalle Marche”. È la sintesi della partecipazione della regione a Expo Milano 2015. Il bilancio è stato fatto oggi dal presidente Luca Ceriscioli, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato i testimonial marchigiani all’esposizione mondiale. “Le Marche sono state dentro questa sfida da protagoniste – ha detto il presidente - Ci sentiamo parte di questo grande risultato, sodisfatti del lavoro svolto, convinti di aver coinvolto tante aziende del territorio in un’esperienza che ha segnato il Paese”. Alla vetrina di Milano Expo, continua Ceriscioli, “abbiamo portato la bellezza delle Marche che racchiude al suo interno storia, cultura, tradizioni e imprenditorialità di qualità. Dai territori, dalle regioni è venuto quel contributo positivo per far crescere il Paese”. Le March erano state chiamate a coordinare le Regioni italiane, “compito non facile, ma assolto con determinazione - ha concludo il presidente – È stata una prova di maturità del sistema regionale, superata grazie al contributo di tutti, sia nel periodo precedente all’Expo, che nei sei mesi dell’esposizione. L’evento ci lascia la vetrina, cioè la capacità di essere riusciti a proporci bene a livello mondiale, ma anche la sensazione che nelle difficoltà il Paese, le Marche, hanno la capacità di emergere e superare la crisi”.
La partecipazione delle Marche a Expo Milano 2015 era stata concepita su tre livelli: nell’area espositiva milanese, nella città di Milano (presso lo showroom Elica), nel territorio marchigiano con l’allestimento di due Porte (aeroporto Raffaello Sanzio, Diamond Centre di Porto Sant’Elpidio) e cinque Presidi (Urbino, Ancona, Civitanova Marche, San Benedetto del Tronto, Tolentino-Urbisaglia). Nelle due settimane di presenza nello spazio adiacente a Padiglione Italia (29 maggio/11 giugno), la Regione Marche ha promosso 14 eventi e ricevuto la visita di 35 mila visitatori. Sui maxi schermi all’interno del Cardo si sono avuti 22.550 passaggi video promozionali delle Marche. Sul territorio regionale sono stati promossi cento eventi con il logo Expo, ospitate 39 delegazioni straniere, con il coinvolgimento di 538 aziende marchigiane e 314 straniere, nell’ambito di 45 attività d’internazionalizzazione a carattere strettamente economico (sulle 83 organizzate).
Lo scenografo Giancarlo Basili (che ha curato l’allestimento del Padiglione Zero e dello Spazio Marche) ha evidenziato come il successo dell’Expo sia dovuto alla grande partecipazione del pubblico: “Col passa parola è stato vinto lo scetticismo iniziale, condizionato da un clima all’iniziò poco favorevole all’esposizione”. Le Marche, in particolare, hanno saputo proporsi “in maniera intelligente, con un tema impegnativo  ma affascinante (la longevità e le prospettive di vita),reinventandosi lo spazio concesso dagli organizzatori con modalità interattive. Non siamo caduti nella banalità di raccontare superficialmente il territorio, ma abbiamo proposto la storia, la poesia, il fascino che le Marche sanno offrire”.
Francesca Petrini (testimoniale delle Marche e di Expo per il “Saper Fare”) ha parlato della necessità di non disperdere il patrimonio di credibilità e di esperienze accumulato a Milano: ha proposto un Expo itinerante delle Regioni e un tavolo permanente di lavoro “per prepararci alle nuove sfide ambientali che condizioneranno i fenomeni sociali ed economici dei prossimi anni. Il modello di vita marchigiano può divenire un patrimonio immateriale dell’Unesco”.
L’imprenditore Enrico Loccioni (testimonial Marche e di Expo per la “Potenza del limite”) ha parlato di “un’esperienze che è anche stata occasione per avviare una rete degli imprenditori marchigiani: non va dispersa, per le Marche l’Expo inizia ora”.
L’imprenditrice Roberta Fileni (testimonial Marche) ha suggerito di “dare continuità ai temi dell’Expo”, proponendo la costituzione di una Carta delle Marche (“Un documento che indichi la strada su cui costruire i nostri percorsi di successo”).
Il sindaco di Senigallia e presidente Anci Marche, Maurizio Mangialardi, ha riferito come le Marche, a giudizio di numerosi amministratori comunali d’Italia, siano risultate “la regione che ha interpretato al meglio il tema dell’Expo”.


martedì 3 novembre 2015

LE MARCHE, TERRA DI TEATRI E MUSICA



Le Marche e la lirica, un binomio indissolubile. Le Marche vantano alcuni tra i compositori e musicisti che hanno reso celebre la musica e la lirica italiana nel mondo. In questa terra sono nati Giovan Battista Draghi detto Pergolesi, Gaspare Luigi Pacifico Spontini e Gioacchino Rossini i quali, grazie alla loro grande volontà e forza e alla loro spiccata sensibilità seppero imporsi a livello internazionale. La tradizione lirica nelle Marche è viva grazie ai Festivals: Rossini Opera Festival, Festival Pergolesi Spontini, Sferisterio Opera Festival, uniti alle Stagioni liriche di alcuni dei maggiori teatri della regione.

I TESTIMONIALS MARCHE




Come si fa a raccontare l’anima di una terra? La sua storia ed il suo percorso future? Gli obiettivi raggiunti e quelli ancora da conquistare?
Lo si fa parlando degli uomini e delle donne che sono i portavoce di un luogo e che ne portano i tratti distintivi ben oltre i confini territoriali.
Le Marche possiamo raccontarle attraverso uomini e donne di successo, che hanno costruito la loro carriera su una forte base di attaccamento ai valori marchigiani: passione, lavoro, sacrificio, creatività.
Padiglione Italia ha scelto
 18 testimonial, 18 imprenditori che hanno saputo con la loro genialità distinguersi e portare l’eccezionalità delle Marche fuori dai confini regionali, aprendo quella finestra sul mondo che Expo 2015 ci permette di allargare ancora. 

·         Vittorio Beltrami - formaggi
·         Michele Bernetti - vino
·         Diego Della Valle – moda
·         Roberta Fileni - carni
·         Adolfo Guzzini - illuminazione
·         Vittorio Livi - arredo design
·         Enrico Loccioni – high tech
·         Paolo Marzialetti - cappello
·         Marcello Pennazzi - pasta
·         Francesca Petrini – olio
·         Vincenzo Spinosi – pasta
·         Igino Straffi – cartoons
·         Angela Velenosi – vino.

Expo 2015, la Regione Marche traccia un bilancio sulla sua partecipazione


ANCONA – Domani (mercoledì 4 novembre) alle ore 
11.30, presso la sede della Giunta regionale ad 
Ancona, il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, 
terrà una conferenza stampa per tracciare un 
bilancio sulla partecipazione marchigiana a Expo
Milano 2015.




All’incontro interverranno i testimonial Expo delle
Marche. L’appuntamento con i giornalisti è fissato
presso la Sala Raffaello di Palazzo Raffaello, in via
Gentile da Fabriano 9.

lunedì 2 novembre 2015

SCATTI DI ORGOGLIO "FUORI EXPO"


Nei giorni 19 e 20 ottobre si è svolto l’intenso programma de “Oliamoci Bene, Qualità su misura”, l’evento milanese organizzato dalla Fattoria Petrini di Monte San Vito (An) presso lo showroom Elica di via Pontaccio. 

Fattoria Petrini presso lo showroom Elica, Milano

Nella due giorni, Francesca Petrini ha entusiasmato il pubblico presente coinvolgendolo nel mondo dell’olio con degustazioni professionali dopo un’ampia introduzione legata alla sua composizione chimica.Questa infatti enfatizza l’aspetto salutistico dell’olio extra vergine di oliva di qualità che contiene acidi grassi essenziali come quelli polinsaturi ma soprattutto un’alta percentuale di acido oleico, il monoinsaturo contenuto nel latte materno e nel tessuto adiposo oltre che numerose sostanze benefiche nella frazione insaponificabile come i polifenoli.

Francesca con i suoi pregiati oli extra vergini

Gli oli della Fattoria Petrini sono molto ricchi di sostanze nutritive benefiche per l’organismo anche grazie alla loro origine biologica visto che le olive non sono trattate chimicamente.



Molto apprezzate sono state le lezioni della Sfoglina Simonetta e le creazioni sartoriali per la tavola di Fiorella Ciaboco.

Sfoglina Simonetta, Francesca Petrini e Fiorella Ciaboco


Le tre marchigiane, Simonetta, Francesca e Fiorella


Per saperne di più : www.fattoriapetrini.it / www.organicfood.it /www.sfoglinasimonetta.it/ www.sartoriafiorella.com

EXPO HA DIMOSTRATO IL PARADIGMA DEL GLOBALE PIU' LOCALE di Aldo Bonomi

Aldo Bonomi

Spero che, nell’euforia del successo di Expo, nessuno si offenda, facendone un piccolo bilancio, se lo raccontiamo come un microcosmo dove per sei mesi si è rappresentato il macrocosmo.
Mai tanti paesi del mondo avevano partecipato ad una esposizione universale. È già un successo. Che smentisce i tanti che, nell’epoca della rete e del virtuale che rende tutto accessibile e vedibile, avevano profetizzato l’inattualità della fisicità prossima, che per di più ti fa stare in coda per vedere.
L’adagio di fine secolo più globale-più locale, ha segnato l’evento milanese nella forza elementare del “io c’ero”, “io ci sono stato”, “l’ho visto”. Il tutto certificato da un selfie, naturalmente. Se vogliamo ragionare di discontinuità dobbiamo scavare nella natura sociale e politica dell’evento.
Gli Expo del passato erano eventi di un primo popolo, le élite del primo mondo sviluppato, che parlava ad un secondo popolo indicandogli la via della civilizzazione tecnologica e industriale. Erano celebrazioni di potenza verso nazioni “arretrate” e fiere campionarie ad uso interno del paese organizzatore, per le masse inserite nel ciclo fordista dell’industrializzazione che veniva avanti.
Forse Shanghai è stato l’ultimo così articolato, per celebrare la valenza geopolitica del turbocapitalismo cinese, che diceva al mondo e al suo popolo “ci siamo anche noi”. Anche se il tema “Better city, better life” introduceva riflessioni assai critiche sul modello delle megalopoli.
Il tema di Milano era tutto fuorché potente, nel suo evocare attraverso la metafora del cibo scarsità e fame e processi di innovazione economica, sociale e culturale, per vivere nel mondo globale. Tant’è che mi pare fuori luogo questa corsa di tanti a celebrarlo come potenza “dell’italietta” che si fa primo popolo.
Senza nulla togliere alla giusta rivendicazione e all’orgoglio dell’aver realizzato, nell’epoca della crisi globale, un evento di incontro e confronto che riportava tutti sulla terra. Intesa come terra madre del cibo e della conservazione e sopravvivenza del pianeta: la potenza del limite altro dalla celebrazione della potenza della crescita. Che rimanda al rapporto dialettico tra terra e territorio e al ritorno, nell’economia del quaternario, al primario dell’agricoltura. Il che interroga anche il concetto di territorio inteso come la costruzione sociale che insiste sopra la terra con le forme dell’abitare, del lavorare e del fare impresa dell’uomo. Temi evocati nella Carta di Milano, consegnata al Segretario Generale dell’Onu, nel solco di messaggi epocali come l’enciclica papale, dai Millenium Development Goals dell’Onu e dal summit di Cop 21 a Parigi sulla governance dei cambiamenti climatici.
L’Expo di Milano è stato anche un tassello inserito in questa riflessione epocale. Ma non dimentico che le Expo, per loro natura, sono un evento forte della società dello spettacolo che riescono e hanno successo se sincreticamente tengono assieme il tema e il parco a tema. I tre luoghi emblematici che rimarranno, il Padiglione Zero, Padiglione Italia e la sua mostra, avevano come traccia narrativa il tema dell’Expo presente e spalmato anche nei padiglioni dei paesi, l’Albero della vita con le sue luci e i suoi fuochi d’artificio è stato l’emblema del parco a tema e della movida serale. Tutto si tiene. Purché nel fare un bilancio si tenga conto del rapporto binario e sincretico tra segnali forti e segnali deboli.
L’Expo ha funzionato come una grande macchina dell’economia dell’esperienza: è stato un magnete che ha lavorato sulla base della potenza psicologica del meccanismo del “io c’ero”. Questo produce segnali forti indiscutibili: si è ormai superato l’obiettivo dei 20 milioni di visitatori, interno al magnete degli alberghi hanno fatto il +60%, le carte di credito +30%, i flussi di telefonia e reti +160%. Aggiungendo poi i 14 milioni che hanno guardato l’Albero della vita la cui immagine ha intasato la rete, abbiamo tanti numeri che pesano sul Pil e l’indotto. A cui vanno aggiunte anche, come segnali forti, le ricorrenti visite di capi di stato e di star della società dello spettacolo.
I segnali deboli sono carsicamente sotto traccia, non per importanza ma per magnitudo comunicativa. Più di ottomila seminari e incontri durante Expo sul tema a cui si aggiungono le migliaia organizzati sui territori e nelle scuole per andare ad Expo. I tanti incontri tra le delegazioni estere e mondi delle imprese e dell’agricoltura, tutte le Caritas del mondo convenute a Milano per porre il tema della fame, i contadini mobilitati di Carlin Petrini e l’afflusso costante delle scuole e dei bambini in una visita maieutica ai cambiamenti epocali sul tema del cibo e dell’agricoltura.
Dei segnali forti ci si accinge a fare un bilancio partendo dalla forza dei dati economici, il Pil. I segnali deboli, che rimandano al Benessere equo e sostenibile (Bes), sono da valutare guardando ai mutamenti del fare società e alla riflessioni sul modello di sviluppo che verrà. Dalla green economy che sussume il limite ambientale e sociale nel processo di accumulazione del capitalismo, che fa green society nel delineare coscienza di luogo e qualità della vita, sino alla nuova questione sociale globale, delle migrazioni dei profughi che fuggono da fame e guerre. Tutti temi dell’agenda della Carta di Milano. Quanto riusciranno a trasformarsi in segnali forti dipenderà dai tanti bambini e i tanti giovani che con le loro scuole hanno invaso Expo.
Forse l’Expo di Milano un primo risultato della discontinuità lo ha già ottenuto: gli Expo che verranno, Kazakhstan e Dubai, avranno come tema questioni fondamentali come l’energia e le connessioni della mente. Appaiono dunque tre temi come cibo, energia e mente, che interrogano l’uomo e il suo futuro.

giovedì 29 ottobre 2015

DOVEROSI SONO I RINGRAZIAMENTI.

“Doverosi sono i ringraziamenti. Alla Direzione Expo, tutta, con i suoi collaboratori, alla Regione Marche per il generoso investimento e per il coordinamento delle altre regioni con ruolo di capofila.Sono stati mesi importanti per il tenore dei temi trattati e per il risvolto che essi hanno avuto anche a livello internazionale; sono stati mesi densi di significato politico-sociale in cui l’Italia, come sistema paese, ha avuto un ruolo di primo piano, centrale e strategico di indirizzo sul tema ampio della sostenibilità che, in tutte le sue forme, dal cibo al risparmio energetico, dall’agricoltura biologica alle politiche di gestione ambientale, sarà la PAROLA D’ORDINE del prossimo futuro, a partire da oggi. Sì, perché l’impegno non può esaurirsi con la fine di Expo ma deve essere coerentemente portato avanti da tutti coloro finora coinvolti, da tutti gli stakeholders.
Io, come altri testimonials italiani, ci siamo riuniti in associazione – “Padiglione Italia” – proprio per perseguire questo scopo in un’ottica di continuità con i temi trattati per affrontare il dopo evento in modo costruttivo, progettuale affinchè la nostra esperienza, quella delle nostre realtà professionali e imprenditoriali, venga messa a disposizione soprattutto sui territori ma anche a livello nazionale e all’estero.Noi possiamo diventare “portatori sani” di una scala di valori che leghi la terra al territorio con i risvolti afferenti la qualità del cibo, il suo ruolo preventivo nei confronti della salute (fa che il cibo sia la tua medicina – lo diceva già Ippocrate che la salute si procura e si cura a tavola), la sua sicurezza, il rispetto ambientale e le buone pratiche agricole nella consapevolezza che viviamo in un mondo caratterizzato da scarse risorse da utilizzare in maniera sempre più responsabile.”

Francesca Petrini

Diana Bracco e Francesca Petrini

martedì 27 ottobre 2015

TERRITORI E PROTAGONISTI DI PADIGLIONE ITALIA EXPO 2015

Presieduto da Diana Bracco, commissario generale di Padiglione Italia Expo 2015, il seminario finale del ciclo “Territori e Protagonisti” ha visto – lunedì 26 ottobre all’auditorium di Palazzo Italia - la partecipazione dei principali stakeholders , dalle regioni ai testimonials italiani, che hanno avuto un ruolo di primo piano nel determinare il successo di Expo in questi sei mesi, ora chiamati a ragionare sul dopo evento.Al tavolo dei relatori, Francesca Petrini della Fattoria Petrini, Testimonial Marche nel mondo, ha parlato della sua esperienza e del significato che ha avuto Expo per il paese in termini di contenuti e valori meritevoli di essere portati avanti e diffusi anche sui territori regionali.
Da sinistra Paolo Massobrio, Giuseppe De Rita e Diana Bracco

Francesca Petrini, Fattoria Petrini, Testimonial Marche nel mondo

Relatori Cesare Vaciago, Josko Gravner, Carla La Placa e Francesca Petrini

Mentre gli Expo nel XIX e XX secolo sono stati eventi di celebrazione della potenza di un’economia e di una scienza motori di progresso illimitato e continuo, la fase storica in cui viviamo pone invece il tema dei limiti allo sviluppo come questione centrale del nostro tempo.
L’Expo di Milano sarà il primo grande Expo che incorpora direttamente la riflessione sulla potenza del limite, ovvero la capacità di quest’ultimo di innescare processi di innovazione economica, sociale e culturale. Una discontinuità che riguarda anche la natura sociale e politica dell’evento.
Padiglione Italia ha posto al centro del suo operato fin dall’inizio il rapporto tra esposizione e territori del paese a partire dalle loro rappresentanze istituzionali per arrivare ai soggetti dell’innovazione e dello sviluppo locale. In un lungo percorso di relazione con il territorio, regioni, enti locali, associazionismo, imprese ed esposizione sono entrati in relazione reciproca mobilitandosi sui territori e rappresentandosi a Milano.

Questo patrimonio di relazioni e iniziative rappresenta un elemento importante dell’eredità di Expo insieme al patrimonio di formazione attivato da Padiglione Italia (progetto scuola, sicurezza alimentare, sommelier cinesi).